Pescasseroli Declaration
Dichiarazione della conferenza 2010 di EUROPARC FEDERATION
29 Settembre 2 Ottobre Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise – Italia
Il 2010 è l'anno internazionale della biodiversità. Le aree protette sono l'architrave della conservazione della natura e della biodiversità e modelli di sviluppo sostenibile.
EUROPARC FEDERATION quindi invita i Governi Nazionali e Regionali e la Commissione Europea.
• A riconoscere e riflettere nelle loro politiche, programmi e allocazioni di risorse adeguate per le Aree Protette, per garantire la conservazione della biodiversità e dei servizi ecosistemici, per la salute dell’ambiente futuro e la ricchezza economica dell'Europa.
• Ad utilizzare le competenze e le esperienze maturate nelle Aree Protette per guidare approcci innovativi ad un uso integrato del suolo e allo sviluppo rurale.
• Ad integrare le politiche pubbliche in modo tale che consentano alle aree protette di svolgere con successo il loro ruolo di modelli di gestione territoriale, con il coinvolgimento permanente delle comunità locali.
Considerato che le aree protette sono impregnati di identità culturali e nazionali, e la biodiversità che essi racchiudono è un fondamento indispensabile per la vita delle comunità, EUROPARC sollecita adeguati investimenti per le aree protette europee per assicurare i servizi ecosistemici del futuro.
Le aree protette rappresentano le ultime ricchezze naturali d’Europa. Ricoprono circa il 25% del territorio UE e pressoché metà di tutti i siti Natura 2000 sono ricompresi all’interno di aree protette designate a livello nazionale e locale. Le aree protette giocano un ruolo significativo nella gestione dei siti Natura 2000, nella mitigazione del cambiamento climatico, custodiscono ingenti riserve d’acqua, proteggono il suolo, promuovono l’agricoltura sostenibile e contribuiscono alla conservazione degli ecosistemi. Inoltre contribuiscono al sostegno alle economie locali, offrono risorse ricreative per il benessere e la salute, sono fonte di orgoglio per la coscienza nazionale e locale. Circa 1/3 della popolazione Europea, ossia oltre 125 milioni di cittadini , sono direttamente interessati dalle aree protette, e tutta la popolazione dipende dai servizi ecosistemici che esse producono.
Senza le aree protette, ed i loro servizi ecosistemici, l’Europa sarebbe notevolmente più povera.
Nonostante ciò, le decisioni dei governi in molti paesi europei comportano la potenziale marginalizzazione di questi beni naturali, attraverso tagli significativi dei fondi destinati alla gestione delle aree protette. Questa scarsità di investimenti danneggia seriamente la capacità delle aree protette di garantire in modo adeguato il valore delle risorse naturali, di sostenere le economie e di fornire i benefici ecosistemici necessari alla società.
Queste decisioni dei governi contraddicono nettamente le posizioni e gli approcci del dibattito politico in corso per la definizione di una nuova strategia internazionale di difesa della biodiversità, tra questi:
Il rapporto TEEB , rivolgendosi ai decisori politici, rileva l’urgenza di garantire un supporto attivo per la gestione della biodiversità, considerando che "qualsiasi attività economica e la maggior parte del benessere umano, sia in un contesto urbano o non urbano, sono basate su un ambiente sano e funzionale. I valori multipli e complessi della natura hanno un diretto impatto economico sul benessere umano e sulla spesa pubblica, sia a livello locale sia a livello nazionale".
Inoltre, i ministri dell'Ambiente del G8 hanno dichiarato nella Carta di Siracusa che "le molteplici sfide che il mondo deve affrontare oggi sono la dimostrazione inequivocabile che dobbiamo rafforzare i nostri sforzi per la conservazione e la gestione sostenibile della biodiversità e delle risorse naturali".
Ancora, Il Consiglio dell'Unione europea ha definito l'obiettivo primario di "arrestare la perdita di biodiversità e il degrado dei servizi ecosistemici nella UE entro il 2020, e di restaurarli per quanto possibile...", riaffermando che "Aree protette e reti ecologiche sono una pietra angolare degli sforzi per preservare la biodiversità” e rimarcando “la necessità di dare piena attuazione alle Direttive Uccelli e Habitat, per accelerare il completamento della rete Natura 2000, sia in terra che in mare, e di garantire un adeguato finanziamento." Infine "sottolinea la necessità di intensificare gli sforzi per integrare la biodiversità nello sviluppo e nell'attuazione di altre politiche ... in particolare delle politiche nazionali e comunitarie relative alla gestione delle risorse naturali, come l'agricoltura, la pesca ... la selvicoltura, il turismo, la pianificazione del territorio ..."
Il Consiglio dell'Unione europea ha di recente ulteriormente sottolineato "l'importante contributo della biodiversità come motore per combattere la crisi economica, promuovere la creazione di posti di lavoro e di generare benefici economici a lungo termine" e "considerato che a causa dell'insostenibile uso della biodiversità si genera una significativa perdita economica,devono essere assunti azioni e programmi tempestivi e corretti, volti a rafforzare la resilienza degli ecosistemi”
Sono previsti pesanti tagli di bilancio (fino al 50%) alle aree protette in molti paesi d’Europa. Queste decisioni e azioni riguardanti la spesa pubblica, prese a livello nazionale, riflettono una fase regressiva e mettono a rischio il prezioso lavoro nella gestione della biodiversità, a garanzia dello sviluppo sostenibile e della disponibilità di servizi ecosistemici, che le aree protette hanno costruito nel corso dei decenni passati.
EUROPARC Federation ritiene che le aree protette europee abbiano aperto la strada verso uno sviluppo sostenibile e la conservazione della biodiversità. Tuttavia, esse possono massimizzare il loro contributo solo se siano adeguatamente dotate di risorse e possano operare nell'ambito di un quadro favorevole di politica pubblica, sia nazionale sia internazionale, con personale specializzato e adeguatamente formato.
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